Jacopo Benassi, Anfitrione, con Khan of Finland e Canedicoda, durante l’opening di Racconti Domestici di Lorenzo D’Anteo
Durante l’azione Benassi si muove nello spazio impugnando un flicorno equipaggiato con una macchina fotografica; come Sosia nella commedia ruba la scena ad Anfitrione e si comporta da padrone di casa, allo stesso modo lui accoglie gli avventori sulla porta dello Spazio Contemporanea e li intrattiene-aggredisce con quindici minuti di suoni e flash. Ad un tappeto sonoro di percussioni si sovrappongono le emissioni basse e prolungate dello strumento, che ricordano le sirene delle navi. Mano a mano il ritmo si fa più sincopato, si aggiungono echi ed effetti di distorsione. Aumenta l’intensità; Benassi spreme uno ad uno i suoni dallo strumento, esaurendovi il fiato. Ricerca l’appagamento attraverso la spossatezza. Nel frattempo si muove, si confronta fisicamente con le persone, ormai indissolubilmente parte dell’amalgama “punk-dadaista” (così lui stesso lo definisce) di immagini e vibrazioni acustiche, di gesti e di corpi. Con la reflex ne assorbe l’anima, in cambio del suono. Lo strumento prende e dà, è sede di un flusso estetico bi-direzionale. Nell’oscurità rischiarata solo dalla luce dei flash, le opere di Lorenzo D’Anteo appaiono più che mai come aperture che ammiccano ad altri tempi ed altri spazi. Nelle fotografie alcuni brani ulteriormente ritagliati di quelle istantanee già angosciosamente incomplete divengono sfondo per un altro racconto domestico frenetico e straniante, alla presenza di Sosia, o più precisamente del suo ennesimo alter-ego.
Segui qui il sonoro della serata. registrato da Francesco Fonassi.
A seguire, l’atmosfera si accende di tinte dionisiache con il live concert di Khan of Finland, musicista electro-acid-techno amico e collaboratore di Benassi sin dai tempi del Btomic. I flash delle fotografie non si interrompono e adesso illuminano le movenze di questo fauno nordico. Impossibile ormai stabilire univocamente il loro ruolo: ausili alla documentazione della performance, metronomi di un ritmo creativo disallineato con quello musicale, segnali visivi che il rituale sta generando nuove immagini, contributi estetici per una commedia degli equivoci.
Ascolta qui il live di Khan of Finland registrato da Francesco Fonassi.