Camera magica è il luogo d’incontro tra Virginia Genta e Canedicoda. Uno scambio immaginativo raccolto, intimo da osservare con calma. Un ambiente confortevole popolato da visioni ed elementi dinamici disseminati nello spazio.
Il mondo grafico apparentemente bidimensionale di Virginia Genta e quello tridimensionale di Canedicoda abiteranno dal 18 aprile al 4 maggio le ampie sale di Spazio Contemporanea.
Attraverso una relazione di sguardi posti in un dialogo frontale, gli universi dei due artisti andranno ad espandersi, permettendo ai visitatori di inoltrarsi nella superficie materiale che racchiude i loro immaginari, navigando da una dimensione all’altra.
Virginia Genta presenta il lavoro visivo che accompagna da anni il suo percorso musicale e Canedicoda realizza una nuova serie di Mochini site specific negli ambienti di Spazio Contemporanea.
Una selezione di grafiche, serigrafie, disegni, poster ed arazzi interagiscono con i Mochini, collage di legno e marmo in forma di sedute, sgabelli e panche da visione. Oggetti liberi gravitano nello spazio rivolgendo lo sguardo alle delicate e organiche raffigurazioni alle pareti. I disegni si manifestano e comunicano con le rappresentazioni plastiche e materiche creando un’analogia valida in entrambe le direzioni.
Le opere attraverso una lingua astratto/visiva sussurrano racconti cangianti. L’ambiente sembrerà riempirsi di suono, voce, vita in equilibrio metamorfico.
Le composizioni di Virginia Genta e Canedicoda guidano l’osservatore in una visione densa e rumorosa, un’immersione fantastica, cromatica ed infine sonora. I visitatori verranno invitati ad ascoltare le forme ed ad esplorare lo spazio entrando in sintonia/sinfonia di Camera magica.
Dalla forma piana del segno di Virginia Genta, alla plasticità delle sedute scultoree di Canedicoda, all’interpretazione performativa del movimento di Roberta Mosca.
Si apre il dialogo ad un terzo elemento che ci accompagna alla chiusura di Camera magica.
La diffusione sonora di una traccia audio registrata appositamente per l’occasione da Ottaven e Virginia Genta guiderà la danzatrice verso un’esplorazione degli ambienti e degli elementi diffusi nelle sale di spazio contemporanea.
Condividere un momento di osservazione dinamica del paesaggio immaginifico di Camera magica.
Virginia affianca da sempre la sua vocazione sonora freak-radicale a un’intensa e personalissima ricerca sull’immagine, focalizzata su grafiche ed artwork d’ambito musicale con un incredibile talento nella creazione manuale di caratteri tipografici. Credo sia impossibile scindere la miscela imprevedibile delle vibrazioni e frequenze del suono dei suoi sax, flauti e tastiere con le forme colorate e organiche dei suoi disegni, delle grafiche, delle serigrafie, dei poster. Questa febbrile creatività iconografica non può neanche vivere senza quell’indissolubile rapporto con il viaggio, quella continua vita on the road sui palchi di mezzo mondo, che sembra fare della poliedrica esperienza Jooklo Duo l’emblema di una vera e propria “missione psichedelica”. I disegni di Virginia, gli universi del suo inconscio, nascono perciò dalle intuizioni e allucinazioni di momenti vagabondi, fissati in un personale taccuino con un rigoroso e meticoloso gioco di punti, linee e la proliferazione di figure in forme d’ameba. I suoi lettering biomorfi pulsanti d’energia, e al limite della leggibilità, i suoi mondi alchemici abitati da forme e microrganismi in continua mutazione e dissoluzione liquida, ci ricordano, più che artisti a lei contemporanei, visionari dell’epoca d’oro della grafica psichedelica londinese degli anni Sessanta come Martin Sharp e Mike McInnerney, quando davvero il poster era un ideale canale di espressione, una piattaforma sperimentale per uno sfogo creativo sempre nuovo e folgorante
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Conseguenza forse di un approccio più meditato, ma non privo di notevoli eccentricità e stranezze, gli esiti plastico-figurativi di Canedicoda si fanno apprezzare invece per la loro misurata semplicità. Analogamente a Virginia, egli vede nel disegno lo strumento principe per le sue creazioni artistiche. Tuttavia, è una più profonda necessità d’intervento multidisciplinare a definire la sua ragion d’essere, che lo porta a misurarsi con svariati materiali. Che sia un tessuto, una grafica, un oggetto di design, o una creazione d’ambiente, è sempre lo sguardo sintetico del disegno a concretizzare i suoi desideri e idee. La sua è anche un’avventura che parte da oggetti e materiali di recupero, plasmati però con visione assolutamente diversa e coordinati da un puro e solido senso della manualità. Lo stesso discorso vale per le sue esplorazioni sonore, specialmente quelle con i progetti Ottaven e Magic Towers, o la collaborazione con Maurizio Abate a nome Arbre Du Ténéré. Per l’occasione Giovanni ha concepito una serie nuova di Mochini, da intendersi come collage di legno e marmo in forme di sedute, sgabelli e panche di visione. Secondo una propria idea di forme ed estetica, nonché di equilibri statici, questi oggetti graviteranno liberi nello spazio, conservando un qualcosa di vagamente patafisico, finendo per trascendere il loro mero aspetto funzionale.
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