SPORCO

Chiara Bandino
Francesco Biasi
Stefano Conti
Nicolò Lucchi 
Gloria Pasotti

24.01.2025 - 22.02.2025

Sporco presenta un’installazione site-specific di opere fotografiche di Chiara Bandino, Francesco Biasi, Stefano Conti, Nicolò Lucchi e Gloria Pasotti. Concepita e curata dagli stessi, la mostra esplora come si manifesta la transitorietà dell’immagine fotografica attraverso gesti, archivi, diari, archeologie, appunti e memorie. Un corpo trasversale di sperimentazioni e contaminazioni tra immagine e materia.
 
Sporco è la visione plurale di un processo creativo condiviso, nato dalla volontà di utilizzare e dare nuova vita a materiali di scarto e recupero. Strumenti in metallo, ritagli di plexiglass e legno, rifiuti di stampa, carta fotografica scaduta, diventano cornici e supporti all’interno dell’installazione in spazio contemporanea e, al tempo stesso, svolgono una funzione d’ispirazione e guida nella scelta e realizzazione del materiale fotografico esposto. Le immagini hanno vissuto un’evoluzione nel corso del processo creativo, transitando attraverso mezzi convenzionali e non, e mutando grazie a sperimentazioni curiose. I metodi così come le tematiche e i soggetti sono legati dal concetto di ‘sporco’.
 
Abituati a comprendere il mondo attraverso immagini che mediano il reale, ci si può trovare disorientati di fronte alla fotografia proposta in mostra. È una fotografia sporca, non decifrabile in soggetti definiti o tecnicamente perfetta, ma dal valore simbolico e dall’atmosfera introspettiva e indistinta. L’immagine sporca si presenta così come un disturbo nel flusso della fotografia ordinaria e quotidiana, ponendosi in contrasto con la pulizia, la perfezione e la precisione.
Chiara Bandino esplora con sensibilità l’importanza dei dettagli, dei piccoli gesti e dei cambiamenti che modellano la percezione del tempo e dello spazio. Lo spettatore è invitato a rallentare e, con uno sguardo attento, cogliere la bellezza e il significato nascosti nelle cose più semplici, per comprendere la complessità del mondo e il valore di ciò che costruiamo ogni giorno. Attraverso la sua poetica sottile e contemplativa, ci mostra il ritmo nascosto della vita, dove in ogni dettaglio è racchiuso un universo di possibilità.
 
Il lavoro di Francesco Biasi si configura come un percorso che intreccia immagini, materiali e installazioni per riflettere sul concetto di rifugio, offrendo una sintesi delle molteplici forme che esso può assumere. L’installazione della prima sala - otto puntelli da edilizia che sostengono un’immagine di un cane - unita alla rielaborazione di immagini prese da un archivio privato russo, diventa una riflessione stratificata sulla casa: non solo luogo fisico, ma spazio simbolico dove la memoria e il fare manuale si incontrano per costruire un racconto che appartiene a tutti.
 
La ricerca di Stefano Conti, invece, esplora temi legati all’archeologia, alla museologia, e al rapporto che l’essere umano ha con gli oggetti. Egli usa l’intuizione e il gesto giocoso come strumenti che gli permettono di interagire sia con l’incertezza che permea le tracce del passato, sia con quei luoghi che contengono molteplici narrazioni storiche.
 
La pratica di Nicolò Lucchi ha sempre messo in discussione i limiti del mezzo fotografico. In particolare, il desiderio di superare i confini e gli aspetti tangibili della macchina fotografica lo spingono a esplorare la relazione tra immagini e tempo: un’indagine, che nei suoi ultimi lavori si estende alla memoria personale e al paesaggio che lo circonda, sviluppata attraverso la sperimentazione con nuovi materiali di stampa. Nelle sue opere, la fotografia diventa uno strumento per smontare la realtà e ricomporla, attribuendole nuovi significati. 
 
Di memorie tratta, infine, la rivisitazione dell’archivio personale di Gloria Pasotti: immagini, testi e disegni si trasferiscono dalle pagine del suo diario e delle sue zine cartacee a nuovi supporti fotografici e non fotografici. La sua pratica mette in scena un immaginario romantico, fisico e stratificato, con uno sguardo enigmatico e sentimentale sulle relazioni affettive e sul paesaggio naturale. Una costellazione di visioni senza tempo né spazio, che rappresentano la necessità di riconoscere nell’altro un segno tangibile della nostra esistenza.

Sporco mette in mostra diversi approcci alla produzione artistica e fotografica, presentando un processo creativo dove non c’è limite alla possibilità di contaminazione tra gli elementi: immagini, cornici e supporti passano dall’essere singoli oggetti a un unico soggetto-installazione. Le opere dei cinque artisti dissolvono le narrazioni fotografiche lineari e referenziali e si fondono tra loro in una sola realtà anch’essa sporca.

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Exhibition view